Come si fa?
Il Blu del Moncenisio viene prodotto con latte di vacca o mescolando il latte vaccino con piccole dosi di latte caprino. Si usa il latte di due mungiture successive di cui la prima parzialmente scremata per affioramento..
E' un formaggio a pPasta morbida di color paglierino più o meno intenso. La crosta è sottile e cilindrica con colore leggermente fiorito, bianco avorio; più scura e consistente nelle forme più stagionate.
Il sapore è deciso anche se più dolce del sapore del gorgonzola piccante.
Il Blu del Moncenisio viene prodotto in Piemonte sull’altopiano del Moncenisio, il versante meridionale del Colle del Frejus e l’Altopiano del Novalese.
Il Blu del Moncenisio viene fatto maturare per 2-3 mesi, ma anche per più tempo, nelle casere fredde e umide. Durante questo periodo si provvederà alla salatura a secco e al rivoltamento periodico delle forme.Questo formaggio va conservato in frigorifero o in un ambiente fresco, ben incartato e isolato dagli altri cibi. La durata è comunque limitata, da pochi giorni a un massimo di circa 1- 2 settimane. Ricordate di toglierlo dal frigorifero almeno due ore prima di servirlo.
E' un formaggio a pPasta morbida di color paglierino più o meno intenso. La crosta è sottile e cilindrica con colore leggermente fiorito, bianco avorio; più scura e consistente nelle forme più stagionate.
Il sapore è deciso anche se più dolce del sapore del gorgonzola piccante.
Il Blu del Moncenisio viene prodotto in Piemonte sull’altopiano del Moncenisio, il versante meridionale del Colle del Frejus e l’Altopiano del Novalese.
Il Blu del Moncenisio viene fatto maturare per 2-3 mesi, ma anche per più tempo, nelle casere fredde e umide. Durante questo periodo si provvederà alla salatura a secco e al rivoltamento periodico delle forme.Questo formaggio va conservato in frigorifero o in un ambiente fresco, ben incartato e isolato dagli altri cibi. La durata è comunque limitata, da pochi giorni a un massimo di circa 1- 2 settimane. Ricordate di toglierlo dal frigorifero almeno due ore prima di servirlo.
La ricotta, pur essendo un prodotto caseario, non si può definire formaggio ma va classificata semplicemente come latticino: non viene ottenuta infatti attraverso la coagulazione della caseina, ma dalle proteine del siero di latte, cioè della parte liquida del latte che si separa dalla cagliata durante la caseificazione.
Il metodo tradizionale siciliano, ancora praticato in alcune piccole aziende agricole dove il formaggio viene preparato ogni giorno con latte fresco e senza additivi, utilizza la scotta inacidita del giorno prima come catalizzatore: il liquido che rimane dopo la produzione della ricotta viene messo da parte, e lasciato inacidire durante la notte e il giorno dopo una piccola quantità di questo liquido viene aggiunta al siero riscaldato per produrre la ricotta. La massa coagulata viene poi posta in recipienti perforati (anticamente si usavano cestini di vimini o di canne) per scolare il liquido in eccesso. La ricotta è un latticino molto importante per le sue caratteristiche nutrizionali: è un'ottima fonte di proteine contenendo quelle del siero del latte con valore biologico superiore a quelle del formaggio e della carnea. Ha un contenuto di grassi e calorie abbastanza basso.
Il metodo tradizionale siciliano, ancora praticato in alcune piccole aziende agricole dove il formaggio viene preparato ogni giorno con latte fresco e senza additivi, utilizza la scotta inacidita del giorno prima come catalizzatore: il liquido che rimane dopo la produzione della ricotta viene messo da parte, e lasciato inacidire durante la notte e il giorno dopo una piccola quantità di questo liquido viene aggiunta al siero riscaldato per produrre la ricotta. La massa coagulata viene poi posta in recipienti perforati (anticamente si usavano cestini di vimini o di canne) per scolare il liquido in eccesso. La ricotta è un latticino molto importante per le sue caratteristiche nutrizionali: è un'ottima fonte di proteine contenendo quelle del siero del latte con valore biologico superiore a quelle del formaggio e della carnea. Ha un contenuto di grassi e calorie abbastanza basso.
Il Pecorino Romano è un formaggio a pasta dura, cotta, prodotto con latte fresco di pecora, intero, proveniente esclusivamente dagli allevamenti della zona di produzione, eventualmente inoculato con colture naturali di fermenti lattici autoctoni dell'area di produzione e coagulato con caglio di agnello in pasta proveniente esclusivamente da animali allevati nella medesima zona di produzione.
Si presenta con una crosta sottile di colore avorio chiaro o paglierino naturale, talora cappata con appositi protettivi per alimenti di colore neutro o nero.
La pasta del formaggio è compatta o leggermente occhiata e il suo colore può variare dal bianco al paglierino più o meno intenso, in rapporto alle condizioni tecniche di produzione.
Il gusto del formaggio è aromatico, lievemente piccante e sapido nel formaggio da tavola, piccante intenso nel formaggio da grattugia.
Il Pecorino Romano può essere immesso in commercio con una stagionatura minima di 5 mesi come formaggio da tavola e di 8 mesi nella tipologia da grattugia.
Il Pecorino Romano può essere immesso in commercio con una stagionatura minima di 5 mesi come formaggio da tavola e di 8 mesi nella tipologia da grattugia.
La Toma è un caratteristico formaggio piemontese ottenuto dal latte vacca.
Le aree montane di produzione sono diverse, per citarne alcune ricordiamo le Tome della Valle dell'Orco, di Lanzo, di Susa, della Valsesia e del Maccagno.
Area di produzione: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli. La Denominazione di Origine Protetta è stata riconosciuta il 1 luglio 1996.
La crosta è elastica (per il prodotto semigrasso) e liscia, di colore paglierino, grigio, rossiccio o bruno a seconda della stagionatura. La pasta è di colore bianco paglierino e la struttura è moderatamente consistente ed elastica con occhiatura minuta.
Il sapore dolce, gradevole e delicato per il tipo a latte intero, intenso e armonico di aroma fragrante che diviene più caratteristico con l'avanzare della stagionatura.
Si produce per l'intero arco dell'anno.
Le aree montane di produzione sono diverse, per citarne alcune ricordiamo le Tome della Valle dell'Orco, di Lanzo, di Susa, della Valsesia e del Maccagno.
Area di produzione: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli. La Denominazione di Origine Protetta è stata riconosciuta il 1 luglio 1996.
La crosta è elastica (per il prodotto semigrasso) e liscia, di colore paglierino, grigio, rossiccio o bruno a seconda della stagionatura. La pasta è di colore bianco paglierino e la struttura è moderatamente consistente ed elastica con occhiatura minuta.
Il sapore dolce, gradevole e delicato per il tipo a latte intero, intenso e armonico di aroma fragrante che diviene più caratteristico con l'avanzare della stagionatura.
Si produce per l'intero arco dell'anno.
La mozzarella è un latticino fresco a pasta filata originario dell'Italia meridionale. La produzione da latte vaccino è tipica dell'Italia meridionale, tranne le isole, mentre la variante bufalina è tipica della Campania.
La mozzarella si presenta in varie FORME: tonda - di varie pezzature ( dal bocconcino di 80 - 100 gr alle forme di 500 gr.), treccia, rotolo, ciliegina di produzione esclusivamente industriale. Sono necessari 10 litri di latte per produrre 1 kg di mozzarella.
In base all'utilizzo di un TIPO di LATTE si distingue l'origine della mozzarella. La Mozzarella da latte vaccino è tipica di: Abruzzo, Basilicata, Calabria (prodotta anche nelle tipiche forme a treccia), Molise in particolare del comune di Bojano, Puglia (prodotta anche nelle tipiche forme a fiaschetta).
La Mozzarella da latte bufalino è tipica di: Campania (in alcune province), Lazio, Puglia (in alcune province). In Campania, nelle province di Salerno e Caserta, viene prodotta la Mozzarella di bufala campana, tutelata dal marchio DOP, utilizzando esclusivamente latte di bufala allevata in zona e un particolare procedimento di lavorazione. La mozzarella va consumata al massimo entro 5 giorni dalla produzione e, se acquistata fresca, non tenuta in frigo (ovviamente se il clima lo consente).
La mozzarella si presenta in varie FORME: tonda - di varie pezzature ( dal bocconcino di 80 - 100 gr alle forme di 500 gr.), treccia, rotolo, ciliegina di produzione esclusivamente industriale. Sono necessari 10 litri di latte per produrre 1 kg di mozzarella.
In base all'utilizzo di un TIPO di LATTE si distingue l'origine della mozzarella. La Mozzarella da latte vaccino è tipica di: Abruzzo, Basilicata, Calabria (prodotta anche nelle tipiche forme a treccia), Molise in particolare del comune di Bojano, Puglia (prodotta anche nelle tipiche forme a fiaschetta).
La Mozzarella da latte bufalino è tipica di: Campania (in alcune province), Lazio, Puglia (in alcune province). In Campania, nelle province di Salerno e Caserta, viene prodotta la Mozzarella di bufala campana, tutelata dal marchio DOP, utilizzando esclusivamente latte di bufala allevata in zona e un particolare procedimento di lavorazione. La mozzarella va consumata al massimo entro 5 giorni dalla produzione e, se acquistata fresca, non tenuta in frigo (ovviamente se il clima lo consente).
Il Castelmagno è un formaggio piemontese tipico della provincia di Cuneo. La crosta è sottile e liscia di colore giallo rossastra nelle forme più fresche ed assume una conformazione rugosa e una colorazione ocrea - brunastra nelle forme più stagionate. La pasta molto friabile e priva di occhiature è di colore bianco avorio con la tendenza a virare ad una colorazione giallo ocrea e a presentare venature blu-verdi nelle forme più stagionate. Il sapore fine è delicato diventa forte e piccante man mano che aumenta il periodo di stagionatura.
Il Castelmagno DOP è prodotto con latte di vacca, eventualmente addizionato con latte ovino e/o caprino in percentuale da un minimo del 5% ad un massimo del 20%. Il Castelmagno DOP può essere esclusivamente prodotto, stagionato e confezionato nel territorio amministrativo dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana in provincia di Cuneo. Dagli stessi comuni deve anche provenire il latte destinato alla trasformazione. Il Castelmagno può fregiarsi della menzione aggiuntiva "Prodotto della montagna" o "di Alpeggio" .
Si trovano delle varianti che è possibile definire "tipo" Castelmagno, che non possiedono certificazioni ma sono comunque di buon livello.
Il Castelmagno DOP è prodotto con latte di vacca, eventualmente addizionato con latte ovino e/o caprino in percentuale da un minimo del 5% ad un massimo del 20%. Il Castelmagno DOP può essere esclusivamente prodotto, stagionato e confezionato nel territorio amministrativo dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana in provincia di Cuneo. Dagli stessi comuni deve anche provenire il latte destinato alla trasformazione. Il Castelmagno può fregiarsi della menzione aggiuntiva "Prodotto della montagna" o "di Alpeggio" .
Si trovano delle varianti che è possibile definire "tipo" Castelmagno, che non possiedono certificazioni ma sono comunque di buon livello.